È passato un anno dalla scomparsa del Presidente Rodolfo Gigli, e ritengo necessario e opportuno condividere alcune riflessioni.
La grandezza dell’uomo e del leader è vivida in tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di crescere con lui e di condividere un percorso di impegno politico per il nostro territorio. Ricordarlo oggi non è solo un modo per rinnovare l’affetto verso la sua persona e i sentimenti di amicizia che ha instaurato con molti di noi, ancora impegnati nelle istituzioni locali, ma è anche un modo per riaffermare con fierezza la nostra appartenenza a una tradizione culturale e politica legata ai valori della democrazia cristiana.
I nostri valori includono il dialogo come approccio per un progresso sociale, il confronto costruttivo come arricchimento della dialettica, anche tra posizioni divergenti, e lo spirito di servizio con cui ci si deve approcciare all’impegno nelle istituzioni, che sono il tempio della democrazia e non luoghi per affermare l’egemonia di una parte sull’altra.
Questo è il grande insegnamento di Nando: la capacità di guardare in alto a una politica tesa al raggiungimento di obiettivi ambiziosi e concreti, senza mai perdere quel radicamento con il territorio, unica e vera fonte di legittimazione politica. Pensare e lavorare in grande con il cuore ancorato nel tessuto sociale della nostra comunità.
Essere oggi figli di questa tradizione deve suscitarci un rinnovato impegno a mantenere alta la barra sui valori che animano il nostro impegno politico, evitando scivoloni pericolosi verso un populismo becero, la ricerca smodata di consenso effimero e la necessità di essere sempre sopra le righe per garantirsi un momento di notorietà.
Questo è, credo, il testamento spirituale di un uomo che ha dato tanto a questo territorio nelle sue molteplici esperienze politiche. È un uomo che abbiamo il dovere di ricordare per il suo tratto umano e per la sua grande sensibilità istituzionale, nonché per il suo impegno politico-amministrativo a favore della nostra comunità locale. Una politica autorevole, ma non autoritaria, un esempio che, superando le mode del momento, susciti in tutti coloro che condividono questa base valoriale il desiderio di emulare l’insegnamento di Gigli, attualizzandolo nel nostro impegno quotidiano. Ti ricordiamo così. Ciao Nando.
Alessandro Romoli